Dopo un lungo viaggio siamo arrivati al centro della Sardegna, un posto meraviglioso, in mezzo al verde, dove regna alta la devozione alla Madre di Dio; non solo la zona era bella, ma belle erano le persone che ci hanno accolto, gli abbracci, i sorrisi sinceri e smaglianti della cara Giovanna, di Lilli e di tutti i partecipanti.
Mentre si prendeva un bel caffè caldo sentimmo le persone, fuori, che applaudivano, uscimmo tutti per unirci a loro: era appena arrivato un gruppo numeroso, da Nuoro, a piedi, per circa 25 Km., dopo circa 7 ore, erano giovani scout dell'AGESCI, gli adulti del MASCI insieme a tanti pellegrini, tutti provati ma contenti.
Mentre si rifocillavano, tra un abbraccio e l'altro, mi colpì un abbraccio di due amiche, un pianto liberatorio, silenzioso e discreto, quasi avessero vergogna di farsi vedere. La mia interpretazione è stata come se una delle due, senza proferire parole, volesse dire all'altra: hai visto, sono riuscita in quello che mi ero prefissata. Solo loro potevano sapere cosa c'era nei loro cuori, di sicuro rimane un segreto, mentre segreto non era il fatto che fossero lì, o per ringraziare, o per sciogliere un voto o chiedere alla Madonna Santissima qualcosa che stava loro particolarmente a cuore.
Mi sono subito spostato per non interferire in quell'atto carico di sacrifici, di forza mentale e di sottomissione religiosa. Confesso che sono rimasto turbato, ma contento, perchè poco dopo dai loro occhi non sgorgavano più lacrime ma traspariva una grande gioia.
Dopo la celebrazione della Santa Messa, i Foulard Blancs ed il MASCI di Nuoro, organizzatori dell'evento, maestri di culinaria, hanno allestito un lungo tavolo con tante specialità tutte da gustare. Devo dire che a quell'ora un languorino si faceva sentire.
Ultimato il pranzo, decidemmo di fare il dovere del buon cristiano, dire una preghiera nel Santuario di Nostra Signora di Gonare, cento metri più in alto delle "cumbessias", un'arrampicata su terreno tortuoso. Tutti pronti per partire, qualcuno dice: non posso venire, mia moglie e mia cognata non stanno bene, andate voi e dite una preghiera per noi (loro tre fanno più di 230 anni). Udite, udite,:
catt'addittu a te chi eu no agghiu d'alzà ( chi ti ha detto che io non devo salire)
ma ti rendi contu di comu sei (non ti rendi conto che non stai bene) ribatte il marito
si ma eu andu lu stessu (si, però io vado comunque) risponde la moglie
sidd'anda idda, andu pur'eu ( se va lei, vado anche io) dice la sorella
sbigottito, il marito, quasi incredulo dice:
socu inendi, aiò ( sto venendo, forza, andiamo).
Non ci crederete, dietro i più giovani sono arrivati loro, e non mi dite che non c'era una mano che li guidava; delle persone più giovani (70 anni), aveva una calcificazione al piede, un'altra era piuttosto in carne, l'altro aveva una malformazione alla schiena, quelli che non accusavano niente hanno fatto da spalla ai più lenti. Arrivati in cima pareva che fossero tutti sani e forti, non accusavano più nulla, pregammo, ognuno per le proprie intenzioni e poco dopo tutti ci siamo soffermati per ammirare i panorami che si potevano godere ai quattro lati della chiesa, uno spettacolo unico; eravamo proprio in cima al mondo e quello è l'unico posto in cui si ha la sensazione di toccare il cielo, veramente era il posto della preghiera e della meditazione. Nel ritorno alla base, se pur affaticati, tutti erano felici e sorridenti e si proponevano di tornare.
Abbiamo preso il nostro pulmino per far ritorno a Tempio, ricchi dentro per aver vissuto una nuova esperienza di fede, cantando e raccontando, il viaggio non ci è sembrato poi tanto lungo, ma come da qua a lì.
Tempio 14 Marzo 2016
Giovanni Pische
Tutte le foto del viaggio a Gonare nella sezione immagini!
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